Il raduno era stato fissato per il giorno 25 Marzo, ore otto puntuali, di fronte alla chiesa di S. Giustina, in Prato della Valle, a Padova. Sole o pioggia, non importava, ci saremmo trovati lì ed i nostri ragazzi avrebbero festeggiato i cento anni di scoutismo assieme ai loro coetanei delle zone di Padova del Brenta e Padova Collemare, che grossomodo coprono l’area del Padovano e qualche comune limitrofo. Così, circa 1500 esploratori e guide, ragazzi e ragazze tra gli 11 ed i 16 anni d’età, si sono ritrovati sotto una debole pioggerellina che presto, avevano subito detto i più esperti, avrebbe “sballato”... dotati come al solito di un pranzo al sacco, un poncho per ripararsi dall’acqua e tanta buona volontà, dopo un momento cerimoniale sotto un imponente alzabandiera, i giovani delle quattro associazioni presenti (oltre all’AGESCI, cui appartengono tutti i gruppi attualmente presenti a Cittadella, c’erano anche l’AVSC, l’FSE ed il CNGEI) si sono dedicati alle attività preparate dai capi per la mattina: una serie di botteghe di artigianato, pionieristica, cucina ed altro ancora, organizzate sotto i portici della piazza più grande d’Italia. Più o meno al momento del pranzo qualcuno ha iniziato a insinuare che, altro che pioggerellina leggera, a Padova si prospettava un vero e proprio diluvio! Per fortuna, come diceva il fondatore dello Scoutismo, Lord Baden Powell, non esiste il buono o il cattivo tempo: esistono solo il buono o il cattivo equipaggiamento! E di equipaggiamento contro la pioggia speravamo proprio di averne a sufficienza per resistere l’intero pomeriggio, poiché già si sapeva che di portici e tettoie se ne sarebbero viste ben poche. Infatti, lasciato un po’ di tempo ai ragazzi per riprendere fiato dopo l’ultimo boccone, è partita la tanto attesa gara per la quale da circa un mese ci stavamo preparando: la corsa delle bighe. Chiamarle bighe era una parola grossa... carrettini dalle ruote di legno pieno, composti appena da una dozzina di pali e da un misero quantitativo di cordini di canapa, spinti a braccia a turno da quattro corridori e guidati con un pratico sterzo a cordini (anche se se n’è vista una versione con volante) da un pilota saldamente incastrato tra la carrozzeria. Il nostro gruppo non è riuscito a far registrare dai cronometristi un tempo fra i primi dodici, ma quando i ragazzi hanno saputo che non avrebbero disputato la finale hanno immediatamente guardato al cielo, han notato l’acqua che ne veniva giù inzuppandoli da capo a piedi ed infine, col sorriso sulle labbra, hanno potuto constatare che veramente non tutto il male vien per nuocere. Così, ce ne siamo stati tranquilli ed al riparo dalla pioggia per un po’ di minuti, finché la gara non ha avuto termine e siamo nuovamente stati chiamati all’alzabandiera per la comunicazione dei gruppi vincitori e, cosa molto più importante, per il rinnovo della nostra Promessa Scout, formulata nelle versioni riconosciute da ciascuna delle associazioni presenti. Ed è così che, alzando le braccia al cielo e mimando il tipico gesto di spezzare un bastoncino sul ginocchio, al grido di BIM BUM! CRACK! È finalmente terminata la nostra avventura padovana. (Ed in quel momento preciso, come da tradizione, ha smesso di piovere.)