Sabato 13 e domenica 14 maggio il Clan Ra ha partecipato assieme a tutti gli altri Rover e Scolte della nostra zona ad un grande evento svoltosi a Padova. Il tema che ci ha guidato in questi due giorni era la pace e l’incontro con il prossimo. Il pomeriggio del sabato abbiamo partecipato al 5° Appuntamento mondiale dei giovani della pace organizzato dal Sermig, il Servizio Missionario Giovanile con sede a Torino all’Arsenale della pace, una vecchia fabbrica di armi ristrutturata negli anni ottanta da giovani spinti da forti ideali. Sfidando il caldo torrido della piazza abbiamo potuto ascoltare le parole di ospiti molto illustri, come ad esempio Rosaria Schifani, moglie di uno dei componenti della scorta di Giovanni Falcone, morto nell’attentato di Capaci del ’92; o Sammy Basso, ragazzo colpito dalla progeria, una malattia molto rara che però ha avuto la possibilità di fare molti incontri nella sua vita, anche grazie a questa difficoltà. Alla fine della manifestazione ci siamo divisi e abbiamo dormito in alcune parrocchie di Padova. La sera abbiamo animato i diversi parchi del capoluogo con un gioco sulla pace in cui le diverse nazioni dovevano scambiarsi le risorse a disposizione per raggiungere assieme un obiettivo condiviso. Gli organizzatori hanno deciso di complicarlo facendo sì che ogni nazione dovesse esprimersi in modo diverso; chi disegnando, chi solo gesticolando e chi solamente parlando inglese.
La mattina della domenica ci siamo ulteriormente divisi per svolgere alcuni servizi per Padova e avere alcune occasioni di incontro con persone con una storia da raccontare. Noi abbiamo avuto la possibilità di passare la mattinata con quattro ragazzi provenienti dal Mali e attualmente richiedenti asilo politico nel nostro paese. Dopo una veloce presentazione e una approfondita spiegazione su cosa significa la richiesta di asilo politico, abbiamo organizzato un torneo di calcio ed uno di scoutball in modo da passare assieme una mattinata con attività non ostacolate dalla diversa lingua o cultura. A questi amici si sono aggiunti poi altri due ragazzi africani, in Italia da settembre e che hanno attivato da poco un corso di ballo grazie all’aiuto della cooperativa in cui sono ospitati.
Per tutta la mattina ci hanno fatto ballare e quando ci siamo fermati per riposare all’ombra prima di pranzo, hanno cominciato a raccontarci una storia tradizionale del loro paese, creando atmosfera suonando e cantando musiche tradizionali.
Che dire, dopo un’esperienza simile ci sentiamo sicuramente più vicini al prossimo e più propensi ad ascoltare la sua storia.

 

I Capi Clan