Il pomeriggio del 23 Gennaio 2016 decine di ragazzi e ragazze d’età compresa tra i 16 e i 17 anni si riuniscono nei pressi della chiesa di Grossa (comune di Gazzo) pronti ad imbarcarsi in una nuova avventura. Sta infatti per avere il via uno degli eventi, se non l’evento, più attesi ed apprezzati dai Clan di tutta Italia: il Challenge, una competizione in puro stile Scout della durata di due giorni durante la quale i 18 Gruppi partecipanti si danno battaglia per dimostrare le proprie competenze in materia di scoutismo e per conquistare il titolo di Miglior Noviziato della zona di Padova del Brenta. Al momento dell’inizio della gara i partecipanti vengono divisi in coppie composte da membri di gruppi diversi e ad ognuna di esse è consegnata una cartina della zona, un coordinatometro UTM ed un Diario di viaggio. Il gioco consiste nell’utilizzare le coordinate fornite dai Capi per localizzare le 6 basi sparse per tutta Grossa, per poi raggiungerle ed affrontare la prova che ci si troverà di fronte. Vi sono 4 prove, ognuna situata in una differente base: – Arrampicata: creazione di un’imbracatura di corda e breve arrampicata; – Trappeur: qui viene richiesto di preparare uno dei cibi fondamentali della cucina alla trappeur, ovvero il pane; – Segnalazione: una delle prove classiche di ogni competizione scout, segnalazione richiede di saper trasmettere e ricevere messaggi anche complessi tramite codice Morse e semaforico; – Sorpresa: questa prova viene cambiata ad ogni edizione del Challenge, quest’anno è stato chiesto di costruire strutture da campo (panche, treppiedi) con corde e pali di legno.

Le due basi in cui non è presente nessuna prova sono dette “di passaggio” o “non presiedute” e, una volta raggiunte, è sufficiente applicare il timbro relativo sul Diario per poi proseguire.
Dopo ogni prova svolta, alla coppia vengono assegnati dei punti in base alle competenze, allo stile e al comportamento dimostrati, lo scopo dei partecipanti è ovviamente quello di ottenere la maggior quantità di punti possibile per sconfiggere le altre coppie in gara. Al termine della prima giornata si fa ritorno alla chiesa e si piantano le tende per la notte, segue poi la cena ed un momento di riposo per poter tirare il fiato e condividere con gli altri le esperienze vissute. Prima di concludere la serata si prende parte alla veglia organizzata dai Capi: ci è stato mostrato un montaggio di tutte le foto scattate durante le avventure del giorno, accompagnato da un brano di B. Powell che incoraggia i giovani a prendere il controllo della propria vita e ad avere coscienza delle proprie scelte, evitando di lasciarci trasportare dalle decisioni di altri. Ogni coppia ha poi legato un pezzo di stoffa attorno ad un remo, simbolo della volontà di guidare la propria vita in modo sicuro e indipendente.
Infine, abbiamo formato un cerchio all’esterno della chiesa e ognuno di noi ha acceso una fiaccola a partire da un solo braciere per indicare come da una sola fiamma se ne possano accendere infinite altre, esattamente come i buoni propositi, la generosità e l’amore di una persona possono essere trasmessi a molti altri. Giunge quindi la mattina di Domenica e non c’è tempo da perdere, si smontano le tende e si consuma la colazione per ripartire immediatamente alla volta delle basi, nella speranza di ottenere qualche altro punto prima del termine della competizione.
Purtroppo il tempo non è molto e dopo qualche ora ci si ritrova nuovamente in cerchio pronti a concludere il Challenge e ad annunciare la coppia vincitrice che si aggiudicherà il remo della veglia di Sabato, adornato dai nomi dei partecipanti. Anche quest’anno il Challenge è finito, dopotutto due giorni passano in fretta, ma quest’esperienza è di grande ispirazione per noi ragazzi poiché ci dimostra come mettersi in gioco lasciandosi tutto alle spalle e fidandosi solo delle proprie capacità sia l’unico modo per scoprire cose nuove, stringere amicizie e conoscere meglio se stessi.
Proprio per questo il Challenge ha questo nome, perché solo se siamo pronti ad affrontare nuove e diverse sfide ogni giorno siamo in grado di crescere, come Scout e come persone.

Valerio (Procione Loquace)